01-03-2022
In Italia (e nel mondo) tutti abbiamo provato paura, anche paure molto intense e prolungate, ma “solo” il 6-9% circa della popolazione italiana adulta soffre o ha sofferto di una fobia, con una prevalenza nel genere femminile e nelle fasce d’età più basse. Fobia e Paura sono, quindi, due cose diverse che a volte vengono confuse. Fare chiarezza sui due termini counterfeit Rolex può aiutarti a capire se ciò che provi potrebbe avere le caratteristiche di una fobia, ma può servire anche a comprendere meglio una persona fobica vicino a te.
La Paura compare tra le sei emozioni fondamentali, accanto a Rabbia, Gioia, Disgusto, Tristezza e Sorpresa (grande esclusa di Inside Out) e in quanto tale è utile alla nostra sopravvivenza. Serve a segnalare un pericolo e permettere al nostro organismo di reagire di conseguenza. Tra le diverse emozioni di base la paura ha la precedenza: quando il mio cervello rileva un pericolo interrompe tutte le altre attività (ad esempio la digestione) perchè la sopravvivenza è in cima alle priorità. Il corpo umano è, insomma, una “macchina” orientata all’autoconservazione! Quando si attiva il sistema di allarme, in presenza di un pericolo reale ed imminente, l’organismo si prepara a livello cognitivo e fisiologico per analizzare la situazione ed eventualmente reagire secondo il cosiddetto meccanismo di attacco-fuga. Valuto il pericolo: posso affrontarlo o conviene scappare a gambe levate? (c’è una terza opzione, in realtà che è il freeze... mi blocco/mi fingo morto). Siamo abituati a “guardare storto” le emozioni come paura, rabbia o tristezza, considerate negative e portatrici di guai e può essere difficile vederne l’utilità reale.
Abbiamo bisogno della paura? In che modo, ancora oggi, aumenta le probabilità di sopravvivenza? Vediamo un esempio super semplice:
Devo attraversare la strada --> pericolo di essere investito --> PAURA --> controllo che la strada sia libera prima di mettere il piede sulle strisce pedonali --> attraverso la strada senza essere investito
La fobia ha tutt’altra origine e scopo, non fa parte delle emozioni di base e non è utile alla sopravvivenza (anche se ci fa credere che evitando quell’oggetto/situazione saremo immuni al pericolo). La fobia è una paura patologica, intensa e invalidante. Nella fobia non solo la vista, ma anche il pensiero, il racconto o la semplice immaginazione dell’oggetto fobico possono provocare una reazione di estrema paura. A differenza della paura come emozione fisiologica, la paura provata nella fobia è sproporzionata rispetto al pericolo reale e provoca di conseguenza una serie di manifestazioni fisiche importanti (tachicardia, tremore, iperventilazione, nodo allo stomaco, ecc). La fobia è duratura nel tempo, per diagnosticarla è necessario che la paura raggiunga la soglia patologica per almeno 6 mesi. A differenza della paura, la fobia provoca un disagio significativo nella vita personale, sociale o lavorativa della persona e porta ad evitare sempre più tutte quelle situazioni in cui immaginiamo anche solo una remota eventualità di entrare in contatto con l’oggetto della fobia. L’evitamento iniziale di solito è molto circostritto ma tende ad allargarsi a macchia d’olio (ad esempio oggi evito di scendere dall’auto in corsia d’emergenza perchè potrebbe sbucare una vipera dal campo vicino, “domani” evito anche il parco cittadino). Non sempre si arriva all’evitamento e non sempre vi si arriva in modo tanto estremo: si parla di fobia anche quando la replica watches situazione temuta viene affrontata, sebbene con un forte disagio. Ad esempio, se ho la fobia delle cavallette posso ugualmente riuscire a rimanere in una stanza nella quale è presente e visibile una cavalletta ma maledico ogni singolo istante trascorso lì dentro e ho difficoltà a seguire il discorso che sta facendo la persona che ho davanti.
Caratteristica della fobia è quella di sfuggire a qualsiasi controllo o pensiero razionale, quindi è inutile ripetere al tuo amico “Cosa credi possa farti un ragno? Sai che è lui ad avere più paura di te?”: il fobico lo sa bene, è consapevole che la sua fobia è del tutto irrazionale, ma questo non è sufficiente a superare il terrore.
Ricapitoliamo, dunque, le caratteristiche di una fobia
Qualsiasi oggetto può diventare oggetto di fobia, ecco perchè ne esistono infinite. Anche qualcosa che anche con la più fervida immaginazione appare innocuo, può animare una fobia (mi arriva voce di una fobia dei formaggi o dei mandarini, per esempio).
Se ne distinguono tre gruppi principali:
Al gruppo delle fobie specifiche, poi, appartengono cinque categorie differenti:
Ammetto di non conoscere tutti i nomi delle fobie specifiche, ogni tanto me ne citate alcune e corro a chiedere un suggerimento a Mr Google. Sono davvero tantissime, alcune le conosco perchè ci ho lavorato con qualche paziente o semplicemente perchè sono le più frequenti. Nardone dice che esistono tante paure quante se ne possono inventare! Ho trovato questo elenco online che mi sembra molto ricco!
Abbiamo capito che Paura e Fobia sono realtà differenti, ma perchè risultano tanto fastidiose? Perchè le nostre reazioni emotive si accompagnano sempre ad una serie di conseguenze sul piano fisico, comportamentale e cognitivo. Queste manifestaazioni sono le stesse in entrambe le situazioni e sono provocate dal segnale d’allarme che arriva al nostro cervello in presenza di un pericolo (reale o solo immaginato)
La paura come emozione universale è utile e naturale e aumenta la nostra capacità di rispondere ai problemi della realtà che ci circonda. Non può essere eliminata perchè è un’emozione fondamentale ed è necessaria, per quanto a volte ci paia spiacevole e ne faremmo a meno. È una risposta adattiva ad un pericolo reale.
La paura come reazione patologica (fobia) limita o addirittura impedisce l’espressione della nostra capacità di rispondere ai problemi e ci incatena nella morsa dell’ansia. È una risposta emotiva molto intensa ma immotivata rispetto ad uno stimolo per nulla (o poco) pericoloso. Blocca e rende incapaci di reagire in modo funzionale agli eventi.